My first Hall of Mirrors,
(La mia prima Sala degli Specchi), è un opera
artistica che fa parte della ricerca che
l’artista Matteo Mauro, catanese di nascita e
londinese d’adozione, sviluppa ormai da diversi
anni, inseguendo con tenacia una sintesi fra
tradizione figurativa e tecnologie digitali.
L’installazione in vernice ed alluminio crea uno
spazio immersivo e illusorio grazie alle 30
superfici specchianti e 30 superfici assorbenti
che si alternano su 6 moduli, ciascuno diviso in
10 strisce, per un totale di 12 metri quadrati.
La superficie dorata illumina e riflette lo
spazio circostante creando un nuovo ambiente
virtuale che non è l’esatto doppio del reale. Le
superfici verniciate raffigurano astrazioni di
scene di affreschi Barocchi. L’architettura
dell’istallazione, fa sì che i visitatori e
tutto ciò che si trova davanti l’opera non venga
riflesso per intero e moltiplicato, ma frammenta
le loro immagini, nascondendole parzialmente.
Pittura e specchio interagiscono come nelle sale
progettate nel settecento da François de
Cuvilliés, ambienti fantastici in cui
l’illusione diventa possibile grazie
all’inclusione del reale.
Lo specchio è un dispositivo di vanità nella
nostra società. Troppo spesso un’opportunità
sprecata di creare un mondo fantastico. Tutti
noi utilizziamo specchi per controllare il
nostro aspetto fisico. Ma gli specchi sono
strumenti più interessanti di questo. Uno
specchio potrebbe portarci dove la realtà ci ha
negato di essere. Questa esperienza immersiva
crea una suggestione nello spettatore che,
inoltre, è invitato ad indossare un visore 3D
per esplorare la nuova dimensione in cui
quest’opera è in grado di catapultarlo. La sala
degli specchi progettata dall’artista Matteo
Mauro, non è solo un’esperienza visiva ma
trasmette anche un forte messaggio concettale
rivalutando uno strumento di riflessione
quotidiano, rendendolo eterno ed etereo: uno
specchio per mirare alla creazione piuttosto che
alla semplice riflessione.